LAURA CAPUOZZO

RIPENSARE LA FORMAZIONE NELLA SOCIETÀ DELLA COMPLESSITÀ

Cambiamento, velocità, transizione, globalizzazione, precarietà, competizione costituiscono la società moderna. La società che genera sui volti di tutte le generazioni aria di spaesamento, individualizzazione, disagio, vulnerabilità e fragilità emotiva. «Una crisi planetaria dai molteplici volti» . Il paradigma della complessità, modello emerso alla fine del XX secolo, permette di ripensare la realtà sociale nel contesto della comunicazione e mette a fuoco la percezione della realtà sociale in continua mutazione e strutturata sul cambiamento (Baumann). Per dirla con le parole di Macinai, la complessità oggi “sta dentro i saperi, la realtà sociale, gli individui, la cultura e ciò si riflette sul percorso di crescita dell’individuo che non è più lineare, progressivo e cumulativo, ma caratterizzato da rotture e rivoluzioni che ristrutturano il già noto. Il dogma del vero lascia il posto ad incertezze ed instabilità.

La società definita della complessità e dell’incertezza – o liquida, delle pluralità, del disincanto e del rischio –  richiede al docente professionalità e competenze che, mediante un approccio multifocale che si fonda sulla capacità umana di saper fronteggiare l’esperienza, riconoscere il problema ed avanzare soluzioni pedagogiche, agevolano una comprensione profonda dei propri interlocutori e facilitano la gestione della complessità.

Pertanto la formazione va ripensata come insieme di processi che soggetti e società compiono intenzionalmente su altri individui per dar loro un “forma”, cioè una identità, una struttura, un orientamento, in altre parole, come aiuto per la vita.

L’idea stessa della formazione non può non assumere un carattere di complessità ed incrociare una pluralità di dimensioni che includono, oltre alla formazione intellettuale dell’allievo…., quella estetica – che sollecita la valorizzazione ed il recupero di linguaggi non verbali – la formazione corporea, che fa del corpo medium di conoscenza e comunicazione del sé con l’ambiente e infine la formazione affettiva e relazionale.

Infatti, l’azione educativa dell’insegnante è influenzata dagli stili comportamentali e relazionali, che sono veicolati:  «[…] dalle sue parole, dai suoi linguaggi non verbali, dai suoi silenzi, dalla sua autorevolezza che accompagna con fermezza lo studente fin che è necessario; dalla sua pazienza, dalla capacità di controllarsi e non interpretare immediatamente né categorizzare l’allievo, come pure di non banalizzare le emozioni e i pensieri, accogliendoli»

Una didattica rivolta alla formazione affettiva e relazionale investe un’area molto vasta della vita psichica: sentimenti, emozioni e dinamiche inconsce. Tale territorio è reso più complesso dalla relazione e dalle influenze con la dimensione cognitiva anche legata ai disturbi dell’apprendimento. L’affettività è infatti alla base della motivazione ad apprendere e può condizionare l’esito positivo o negativo, in termini di interesse, costanza, soddisfazione.

Infine la formazione etica e sociale influenza il comportamento e il rapporto con gli altri poiché stimola la capacità di negoziazione tra le ragioni del singolo e quelle della collettività e si traduce quindi nel vivere sociale e nel rispetto delle regole della comunità.  L’insegnante che voglia costruire la relazione considerando le dinamiche emotive dei propri allievi deve quindi procedere in direzione life deep learning e di costruzione e potenziamento delle life skills. Il ruolo del docente sta oggi nel creare un clima emozionale positivo, in cui ogni studente possa mettersi in gioco e auto-formarsi in un contesto di sicurezza e accettazione, permeato da un atteggiamento di apertura verso i suoi vissuti emotivi, di confronto nel rispetto reciproco. Ciò è una variabile determinante per il progresso di un apprendimento felice e per la realizzazione di occasioni in cui a ciascuno è possibile sviluppare le proprie capacità e riconoscere le proprie potenzialità

Pubblicato da lauracapuozzo

Curatrice e critica d'arte - ricercatrice culturale e docente Il mio lavoro e la mia ricerca si concentrano sulle relazioni tra diverse forme artistiche contemporanee e i loro rapporti con le tecnologie emergenti, dall’impatto dei media digitali sull’attività artistica alle arti "biotech".