LAURA CAPUOZZO

Chiara Cammelli

 

Chiara Cammelli esprime una visione del mondo attraverso il percorso di conquista della coscienza di sé, non privo di crisi, tregue e traguardi. I suoi lavori attendono alla sfera dell’emozionalità e del sentire come introspezione, da un lato, e come percezione e confronto con l’alterità, dall’altro, snodandosi lungo le direttrici complesse dell’anima e delle relazioni interpersonali. Momenti del vivere espressi come intuizioni in immagini, non prive di antinomie. Conflitti che hanno in seno il seme della crescita.

La ricerca poetica dell’artista fiorentina, procede secondo i dettami ideologici e concettuali dell’espressionismo astratto, pur trattenendo la dimensione intimista della lezione espressionista austriaca. La gestualità segnica, il furore espressivo, mostrano turbamenti legati alle spinte decisionali dell’individuo, in grovigli, scolature e tracce materiche.

Alcuni elementi si situano infatti su territori “non formalizzati”, delineati istintivamente da segni di ardente passionalità. La Cammelli giunge a smembrare la figurazione in un insieme di frammenti aggregati a formare nuclei e masse di energia, che sollecitano lo sguardo procedere oltre una la visione d’insieme, addentrarsi nei particolari, penetrando gli strati materici dell’opera. In altre opere prevalgono invece sfumature di toni soffusi, la sospensione temporale di valori sentiti come immutabili. Facce della stessa medaglia, immagini entropiche e forme che si compenetrano secondo un intrinseco principio di fusione.

Accade, dunque, che i suoi abbracci appaiano come intrecci di corpi tenuti insieme da un segno nervoso; e così anche l’albero, privato del naturalismo stereotipato, si carica di un ruolo strutturale e simbolico. L’artista lo descrive come “radicato nelle terra a anelante al cielo”, a sottolineare un concetto duale che accomuna tutta la sua produzione.

Figure che esprimono un profondo sentimento di protezione e la ricerca di un equilibrio che in alcune opere, soprattutto in quelle grafiche, diventa essenzialità.

L’archetipo dell’ovale, ad esempio, è presente come metafora di fecondità e vita, e quindi nella sua simbologia più ricorrente, (si pensi tra tutti alla celebre foto di Dalì ritratto dal fotografo Philippe Halsman) ma al tempo stesso è simbolo metamorfosi, in quanto nucleo primordiale e indifferenziato.

Uovo, come utero e matrice, ma anche come microcosmo generatore di infinite espressioni della creatività artistica, rappresentato attraverso una composizione duale che si carica di accesa intensità cromatica.

Nell’Arte della Cammelli, l’indifferenziato si “forma” ma trattiene tutte le ruvidità del divenire plastico e materico. Così, gli spazi della pittura, circoscritti o affollati racchiudono il tumulto di emozioni e la ricerca e conquista di certezze che è infine la personale dichiarazione dell’artista al mondo.

 

Laura Capuozzo

 

Pubblicato da lauracapuozzo

Curatrice e critica d'arte - ricercatrice culturale e docente Il mio lavoro e la mia ricerca si concentrano sulle relazioni tra diverse forme artistiche contemporanee e i loro rapporti con le tecnologie emergenti, dall’impatto dei media digitali sull’attività artistica alle arti "biotech".