LAURA CAPUOZZO

DANIELE DE LUCA

Daniele De Luca

Diagrammi dell’esistenza
I lavori di Daniele De Luca sono stratificazioni di vissuto restituiteci attraverso la forza cromatica di sovrapposizioni materiche. La sua sintesi compositiva veicola, senza paradossi, la costruzione di percezioni interiori che si nutrono dell’instabilità contemporanea come di valori formali e plastici arcaici. Un segno mai precario caratterizza questa sua logica intuitiva, tracciandone al contempo il percorso artistico come instancabile ricerca di coerenza. Per Daniele De Luca la pittura emerge da uno sfondo in cui si distinguono parole accennate sotto sovrapposizioni graduali di toni e materie. Il suo linguaggio eredita al contempo la forza cromatica e gestuale dell’espressionismo astratto e il rigore compositivo dell’astrattismo geometrico. Il colore ha, nella sua pittura, una consistenza tangibile e corporea: ha peso, quantità, spessore. È steso a strati, e in molte opere appare percorso da vibranti nervature. All”informalità della tecnica pittorica, che si esprime attraverso pennellate e spatolate cariche e decise, si associa la libertà di una ricerca che include la parola per il suo valore segnico, prima che semantico. Nell’alfabeto visivo di Daniele De Luca è quindi evidente la componente grafica, in elementi dalla riconoscibilità geometrica ma non contenutistica. Pittura, dunque, a-semantica, in cui la forma è espressione del sentire, significativa ma non significante, perché non riconducibile a oggetti ed entità fenomeniche. Sebbene essa non sia del tutto assente, tende infatti a trasformarsi in contorni, quasi a comporre, tramite contrasti cromatici, una sintesi di geometrie, che è forse desiderio di ordine in contrapposizione all’instabilità della nostra contemporaneità. Tale razionalità si esprime nella complessità dalla progettazione e dell’esecuzione, ma si associa in tutti i suoi dipinti ad un’emozionalità che giunge allo spettatore come trasmissione di pulsioni, sentimenti ed emozioni. E’ lo stesso artista, prima di tutti, a porsi di fronte alla creazione con tutte le proprie contraddizioni e speranze, per comporre i suoi diagrammi dell’esistenza. Ne consegue un allontanamento dai criteri stilistici dell’astrattismo geometrico: le sue linee non conchiudono il colore, non lo delimitano, ma suggeriscono soluzioni di continuità materiche e cromatiche. Ciò che De Luca rifugge è proprio l’analisi costruttivista, rigida e controllata dell’astrazione geometrica, per manifestare invece quella poliedrica di una realtà interiore che trova un generale riscontro nella componente più gestuale della sua arte, in grado di esternare una costante antitesi tra serenità e turbamento. Un viaggio attraverso la propria interiorità che è condizione indispensabile affinché possano emergere gli archetipi personali. La sua pittura non è condizionata da logiche stilistiche opportunistiche, e spesso si attesta come autobiografia, sebbene, contrariamente ai molti sviluppi odierni dell’astrattismo, rifugga la tautologia e l’autoreferenzialità. Un percorso maturo, che giunge ai valori dell’essenzialità e dell’immediatezza come risultato di una coerente ricerca stilistica volta non solo a osservarsi per comprendersi, ma soprattutto a esplorare antinomie della propria personalità, che vediamo riflesse nelle cromie e nelle asperità delle superfici e che sono anche quelle del nostro tempo.
L.C.
 

Pubblicato da lauracapuozzo

Curatrice e critica d'arte - ricercatrice culturale e docente Il mio lavoro e la mia ricerca si concentrano sulle relazioni tra diverse forme artistiche contemporanee e i loro rapporti con le tecnologie emergenti, dall’impatto dei media digitali sull’attività artistica alle arti "biotech".